Apparteneva, il convento agostiniano, all’ordine o congregazione degli A. calzati e non degli scalzati, com’è generalmente ritenuto in Vazzano, giacché questi ultimi vennero istituiti, a Toledo, nel 1588, vale a dire 84 anni dopo che era avvenuta la fondazione del monastero vazzanese. Ed è sbagliata anche la denominazione di “convento basiliana agostiniano” posta nella targa marmorea alla base in mattoni che, nell’area del chiostro conventuale di recente costruzione, regge un residuo di colonna, reperto del convento in questione. Gli Agostiniani, infatti, sana uno dei 4 ordini mendicanti che seguono la regola di S. Agostino e sana numerosi, suddividendosi in Domenicani, Serviti, Mercedari, Somaschi, Fatebenefratelli ecc. Come appare chiaro, essi non hanno nulla a che dividere coi basiliani per quanto riguarda le origini e il rito.
La loro origine risale ad una società di romiti, o chierici regolari, formata probabilmente dallo stessa S. Agostino in Ippona, in terra d’Africa. Una grande diffusione degli Agostiniani si ebbe nel sec. XII, quando le comunità si moltiplicarono grandemente; ma nel 1256, per ordine di Alessandro IV furono raccolti in un unico corpo, vale a dire nell’ordine confermato con la bolla Licei Ecclesiae. Nel 1287 gli Agostiniani compilarono la loro costituzione nel Capitolo Generale di Firenze e tre anni dopo ottennero la conferma di Ratisbona. Tali costituzioni furono poi modificate neI 1525 neI capitolo di Roma.
L’ottimo amico nostra, il dotto P. Francesca Russo, il più grande storico della Chiesa in Calabria, nella sua monumentale opera di ricerca negli archivi del Vaticano. ci fa trovare un importante documento, la bolla di Papa Giulio Il che «ci riporta alla fondazione del detto convento, che si deve considerare – san parole di P. Russo – tra le più antiche della Calabria, mentre finora se ne era ignorata la data, come si può vedere dall’elenco dei conventi agostiniani della regione, in A.S.C.L., XIII, 124».
Eccone il testo:
«Episcopo Cartaginen. ac Vicario episcopi Militen. in spiritualibus generali.
Fr. Ichanni De Belloforti, O.H.S.A., canfirmatur erectio domus cum oratorio, sub invocatione Annuntiationis B. Mariae Virginis, pro Fratribus dicti Ord. ab ipso constructae et aedificatae in castro Belloforte, Militen. dioc».
«Dat Rame, apud. Sanctupetrum, an. inc. nis d.mnce MDDIIII, VII KaI. Maii, an. I».
Da un documento di cui diremo più estesamente in seguito, l’Apprezzo di Antonio Tango, apprendiamo che neI 1653 questo Convento “de Padri di Santo Agostino della famiglia” era costituito di una chiesa «sotto titolo Nostra Signora Ave Gratia Plena, coverta è tetti, con altare maggiore dove è Custodia di legna indorata, nella quale assiste di continua il Santissimo, con alcune Cappelle, sei Altari con Quadri di devozione antichi a fresco. Accosto à lo Convento però meno diruto, dove sono alcune stantie sottane con celle sopra, dove risiedono dieci frati, 6 sacerdoti e 4 laici, quali vivono con poche Intrade che consisteno in alcuni territori».
Notizie a riguardo di queste entrate ci sono fornite da una relazione manoscritta conservata nell’archivio diocesano di Mileto e che risale aI 1658, dopo la soppressione dell’Ordine Agostiniano:
«In Vazzano.
Il convento degli Agostiniani secondo l’abolizione venuta di Roma rende annui scudi centro quaranta dui.
Tiene obbligo di due messe il giorno che sono scudi settantadue.
Paga di censo annuo uno scudo.
Restano netti… 69:50.
Nella nuova relazione fatta da un Canonico di dette vendite … di quei religiosi che rendono annui scudi cento sessanta, e grana 71 di detta moneta il suddetto pesa di due messe il giorno e ducati due e grana 30 di censo annui.
In detta vi sano due Sacerdoti, uno serviente.
In questo convento con tutti i suoi beni ha doi Cappellani che risiedino in detto convento celibrino nella chiesa di essa per se medesimi quotidianamente … aiutino il parroco nella cura delle anime, mantenghino la devozione di essa chiesa con l’obbligo di pagare scudi quaranta fra ambedue al seminario nel quale si stabilisca luogo fisso per un alunno povera di detto luogo».
Gravemente danneggiato dal terremoto deI 1783, il convento fu soppresso con decreto murattiano del 17.8.1809, per cui, abbandonato dai monaci e preti che Io abitavano, finì collo scomparire del tutto grazie anche all’azione dell’uomo, che si servi delle sue pietre per usarle nella costruzione di abitazioni di uso privato.