Per collocare la fondazione di Belforte in un determinato periodo storico è alquanto difficile data la scarsissima quantità di documentazione a disposizione. C’è da sottolineare che molti documenti non sono stati consultati per mancanza di tempo o buona parte del materiale che si poteva trovare sino a qualche decennio fa, sul luogo venne dato alle fiamme perchè considerato troppo ingombrante. Molto storici e certamente alquanto attendibili affermano che Belforte fosse già esistente al tempo dell’imperatore Antonino Pio (136 – a61 DC) col nome di SUBSICINUM. Tale città sarebbe posta vicino o addirittura sulla via Popilia una delle vie consolari, che partendo da ROMA proseguiva fino a Reggio. A tale ipotesi si oppongono altri storici tra cui l’Albanese sostenitore dell’ipotesi secondo cui la via Popilia dall’altopiano degli SCRISI saliva sino a Castelluccio località vicino all’attuale Sant’Onofrio. La zona del mesima per il terzo e quarto sec d. C seguì gli stessi eventi storici del resto della Calabria Ultra ( nel IV sec. il cristianesimo fu di certo poco diffuso e per il momento non venne tale zona toccata dalle invasioni barbariche, non tardarono a farsi sentire nel V° sec con Ataulfo, Odoacre e poi gli Ostrogoti. Dal 526 sino al mille il dominio di bisanzio si potrasse indisturbato in tutta la Calabria. fu a questo punto che cominciò l’esodo dei Monaci Basiliani. questo è avvenuto in tre momenti nel 526, nel 725 con l’espulsione degli iconoclasti da parte di Leone III l’insaurico, e terzo momento nel IX° secolo quando tali monaci dalla Sicilia fuggirono in Calabria in seguito alla conquista dell’isola da parte dei musulmani. Questa terza fase fu quasi certamente il momento in cui i basiliani venneero ad insediarsi nelle nostre zone. Pertanto Belforte è da considerarsi esistente in questo periodo, prova ne è l’origine del monaco Onofrio e sua sorella Elena vissuti appunto intorno al X° sec a Belforte – gia SUBSICINUM

Si chiamava BATIANUM, e prima ancora “Bruzzani” come appare in un documento del 1269 che parla del Giustizierato di Calabria sotto il dominio Normanno, menzionato da Domenico Vendola in “Rationes decimarum Italiae”.
Nella sua opera più significativa “De antiquitate et situ Calabriae”, nomina un “Baziano” anche lo storico Gabriele Barrio nato a Francica nel 1506.
Si tratta sicuramente dell’attuale Vazzano il “Bazani” del documento papale del 5 marzo 1580, con il quale viene dato mandato al vescovo della diocesi di Mileto di sopprimere il rito greco nella chiesa di S. Nicola e di introdurvi il rito latino.
Faceva parte dei paesi distrutti dal terremoto del 1783, alcuni abbandonati e di cui rimane solo il ricordo come Santa Barbara, Belforte, San Leo e la Motta, altri riedificati e cioè Vallelonga, Vazzano, Pizzoni e Soriano tra loro confinanti.
Sorgeva Batianum in località Basile di dominio degli agostiniani, che pur avendo un ricco monastero in zona Convento vi costruirono la chiesetta di Sant’Agostino, dove a quell’epoca si seppellivono i morti.
La diffusione a Vazzano dell’ulivo si deve proprio agli agostiniani, come ai basiliani a Pizzoni e ai domenicani a Soriano.
Nel 1500, Vazzano era sottoposta alla signoria dei Carafa, duchi di Nocera, sotto il nome di Batianum era alla dipendenza della baronia di Belforte <belforte.htm>, l’antichissima Subsicinum dell’Itinerario di Antonino Pio, posta sulle sponde del fiume Mesima.
Belforte che ha dato i natali al più celebre abate dell’ordine basiliano, S. Onofrio, ed a S. Elena, sua sorella, è riportata nella Galleria delle carte geografiche d’Italia dipinte lungo le pareti nei Palazzi Vaticani a Roma da Antonio Danti tra il 1580 e il 1583 su indicazioni di suo fratello, il domenicano Egnazio Danti da Perugia, matematico, cosmografo e architetto. Si sottolinea che questa Galleria è un monumento insigne della cultura italiana nel sec. XVI, notevole perchè nella reggia dei papi si affermò così l’unità geografica e spirituale dell’intera regione italiana.
Il feudo di Vazzano, che comprendeva anche Pizzoni, con la caduta dell’ultimo dei duchi di Nocera, Emanuele Carafa, venne comprato nel 1670 dai domenicani che già possedevano la contea di Soriano.
Distrutta Belforte dal terremoto del 1783 e abbandonata per la malaria, Vazzano accolse i cittadini superstiti che si trasferirono in buon numero con tutti i loro beni.
Vazzano, chiamata in seguito “paisi du Vizzarru” per le vicende di Francesco Moscato detto “Vizzarru” (Bizzarro), esperto contrabbandiere e capobrigante che ha combattuto anche il generale Manhés nel periodo di occupazione francese in Calabria del 1816-15, divenne famosa negli anni venti e trenta e nell’immediato dopoguerra per la Banda musicale conosciuta in tutto il meridione